





Ancel Keys nel 1951 venne per la prima volta in Italia per partecipare alla prima conferenza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) a Roma. Quando si informò sul rapporto fra l’alimentazione e cardiopatie coronariche, venne a conoscenza dal Prof Gino Bergami, docente all’Università di Napoli, che nella città le malattie cardiache non costituivano un problema di salute. Per verificare le affermazioni del professor Bergami, Keys tornò in Italia e si propose una indagine sui consumi alimentari che fornisse dati comparativi a quelli da lui raccolti negli Stati Uniti in relazione al rischio di malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Bastarono pochi mesi per stabilire che “il regime alimentare a Napoli era povero di grassi e che soltanto le persone ricche subivano attacchi cardiaci ". Nella città partenopea venne a contatto con le abitudini alimentari partenopee e scoprì le trattorie, un tipo di alimentazione che non conosceva "Pasta variamente condita, insalate con una spruzzata di olio d’oliva, tutti i tipi di verdura di stagione e spesso formaggio, il tutto completato da frutta e in molti casi accompagnato da un bicchiere di vino". Appurò che a Napoli gli infarti erano effettivamente rari, “fatta eccezione per la ristretta cerchia delle classi più ricche, la cui alimentazione era diversa rispetto a quella del resto della popolazione: mangiavano carne ogni giorno anziché ogni una o due settimane“.
Alcuni anni dopo si recò a Creta, e constatò anche nell’isola l’assenza quasi totale di malattie coronariche, nonostante il regime alimentare medio derivasse quasi il 40% delle calorie dai grassi. Partì da queste considerazioni il famoso Seven Countries Study , uno studio comparativo dei regimi alimentari di 14 campioni di soggetti, di età compresa tra 40 e 59 anni, per un totale di 12.000 casi, in sette paesi di tre continenti (Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Olanda, Stati Uniti e Jugoslavia). I dati raccolti parlavano chiaro: tra le popolazioni del bacino del Mediterraneo, che si cibano in prevalenza di pasta, pesce, prodotti ortofrutticoli e utilizzavano esclusivamente olio d’oliva come condimento, la percentuale di mortalità per cardiopatia ischemica era molto più bassa dei soggetti di paesi come la Finlandia, dove il regime alimentare quotidiano includeva molti grassi saturi (burro, strutto, latte, carne rossa).
La pubblicazione dei risultati che dimostravano l’esistenza di un rapporto fra l’elevata incidenza delle cardiopatie coronariche e il consumo di grassi saturi in sette paesi, lo rese celebre e ancora oggi Ancel Keys è considerato il padre della dieta mediterranea. Il dottor Keys dal freddo Minnesota, decise di trasferirsi con sua moglie nella sua seconda casa nell’Italia meridionale a Pioppi nel Cilento.
"Margaret ed io traiamo piacere nel camminare, abbiamo cominciato anche la raccolta delle olive, abbiamo 80 alberi di olive e 75 di agrumi. Abbiamo le arance, albicocche, pere, mandarini, prugne e quattro alberi di mele che producono solo una mela di tanto in tanto. Anche noi abbiamo i kumquat e il chinotto. Tu probabilmente non conosci il chinotto. È un agrume, più rosso del mandarino e cresce su di un bellissimo albero, produce molti frutti e se ne ricava una meravigliosa marmellata”.
La dieta Mediterranea. Uno stile Unico
Ancel Keys e la dieta mediterranea
La dieta Mediterranea. Uno stile Unico
Aynard Keys - Il certosino scienziato
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