Il primo sportello autismo in Italia
Il primo sportello autismo in Italia nacque a Vicenza nel 2007. L’esperienza positiva di questo servizio verrà estesa a tutte le province italiane. Salerno ha già iniziato questo percorso. Data l’estensione del territorio della nostra provincia, oltre allo sportello delI’Istituto comprensivo Calcedonia di Salerno ne verrà istituito un altro, come ufficio satellite, nella nostra scuola, l’istituto Ancel Keys di Castelnuovo Cilento.
I Cts e i Cti fanno parte di una rete di istituzioni nata per favorire l’inclusione degli alunni con disabilità. I Cti operano a livello distrettuale, mentre i Cts lo fanno a livello provinciale. Il loro coordinamento spetta agli Uffici Scolastici Regionali, mentre a livello nazionale opera il Coordinamento nazionale dei CTS, presso il Miur.
Progetto sportello autismo e accordo di rete “Scuole in rete per l’autismo”
Accordo di rete “Scuole in rete per l’autismo”
Le finalità dello Sportello
Attraverso lo sportello la scuola vuole fornire il proprio supporto ai docenti che si occupano di alunni con autismo fornendo loro consigli sulle metodologie possibili e un lavoro di collaborazione per trovare le soluzioni che possono favorire l’inclusione degli alunni con disturbi dello spettro autistico (DSA). L’esigenza è sempre più avvertita. Il numero di alunni con DSA sta aumentando, secondo le statistiche. È quindi necessario che le metodologie più efficaci vengano conosciute e condivise. Nonostante vi siano enormi differenze nelle esigenze degli alunni, vi sono comunque molti approcci che hanno dimostrato la loro efficacia. Occorre, però, intervenire al più presto e con continuità. Lo scambio di esperienze risulta necessario e occorre impegnarsi a realizzare le strutture necessarie a favorirlo. Lo Sportello Autismo è un’ottima opportunità per attuare questo proposito che, purtroppo, si scontra spesso con mille ostacoli e difficoltà.
Sogno o realtà
I problemi, come è stato appena accennato, sono molti. Occorrerà del tempo prima che lo sportello sia pienamente operativo. A Vicenza lo sportello è nato nel 2007, ma è diventato attivo nel 2009, perché è stato necessario creare un sistema, essendo una novità assoluta. Inizialmente lo sportello si occupava solo di 7 alunni attraverso il lavoro di 12 docenti. Nel 2014 seguiva 95 bambini e ragazzi su un totale di 245, il 40%, attraverso 32 docenti.
Il servizio si attiva su richiesta delle scuole, anche se, ormai, sono le famiglie a richiederlo per prime. In realtà, lo sportello non segue gli insegnanti o le famiglie, ma i consigli di Classe. Lo sportello autismo di Vicenza offre un servizio di supporto e consulenza sull’organizzazione didattica. Viene fornito da insegnanti che hanno seguito uno specifico percorso di formazione e con pregresse esperienze con alunni con autismo. Il servizio della scuola riguarda, non aspetti psico-socio-sanitari, ma solo quelli didattici. Si offre, quindi, come supporto per l’organizzazione degli spazi, dei tempi e sull’uso dei materiali a scuola. Per i ragazzi con DSA, infatti, l’organizzazione degli spazi e dei tempi è fondamentale per la loro inclusione a scuola.
Condividere per crescere
Il problema principale per la scuola è che le esperienze maturate dagli insegnanti viene disperso. Con lo sportello si vuole evitare che ciò avvenga, creando maggiori opportunità per una loro condivisione, anche attraverso questo stesso sito web. Un’altra finalità che si vuole perseguire è la messa a disposizione di queste competenze anche per le famiglie che non hanno i mezzi per pagare un supporto esterno alla scuola.
L’esperienza dello sportello di Vicenza ha dimostrato che la scuola può offrire un servizio utile alla cittadinanza. I punti di forza, secondo quanto appreso con l’esperienza dei referenti dello Sportello Autismo di Vicenza, sono il lavoro in rete, il peer teaching (lo sportello si rivolge solo ad insegnanti) e la valorizzazione della risorsa classe. Con il peer tutoring – strutturato per obiettivi – sono stati coinvolti anche i ragazzi che hanno preparato delle schede di sintesi per spiegare dei concetti o delle attività da far svolgere ai compagni con autismo. In questo modo, non solo è stato fornito un aiuto ai ragazzi con disabilità, ma sono aumentate anche le competenze dei tutor.
Quale futuro?
Il futuro vede la scuola impegnata a lavorare per tenere insieme una rete di supporto alle esigenze dei propri alunni, nella consapevolezza che la diversità è una ricchezza che può essere messa in evidenza e a disposizione di tutti attraverso un lavoro sinergico tra la scuola, gli operatori e le famiglie.
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