La sindrome di Asperger, secondo il dottor Davide Moscone, psicologo cognitivo-comportamentale, presidente di Spazio Asperger Onlus, è una condizione di sviluppo neurologico atipico, una lieve forma di autismo. Non è una malattia, ma una neurodiversità.

Secondo Tony Attwood, psicologo inglese, le persone con sidrome di Asperger non hanno un cervello sbagliato, ma un cervello collegato in modo differente.

Molte persone Asperger pensano per immagini, per pattern. Hanno difficoltà nel tradurre questo modo di pensare in parole secondo le convenzioni sociali dei neurotipici.

Alcuni di loro, quindi, hanno la capacità di lavorare con le immagini, di riprodurle in modi difficilmente eguagliabili per

chi non ha la sindrome di Asperger. Oltre al campo della grafica, possono eccellere in quello dell’informatica.

Spesso le persone Asperger affermano di ragionare come un computer (Temple Grandin dice che se pensa ad un argomento qualsiasi, le scorrono davanti centinaia di immagini che riguardano quel particolare argomento, così come appaiono le immagini in una ricerca fatta su Google). Questo però non basta a fare di loro dei geni. Dietro ciò che fanno ci deve essere un grande lavoro. Un’altra caratteristica che molti hanno, infatti, è quella di sapersi concentrare su un loro interesse per un lunghissimo periodo di tempo.

Le cose più difficili, invece, riguardano le relazioni sociali. Proprio la loro visione diversa del mondo porta conseguenze su questo piano.

Molte persone, per fortuna, sono riuscite a superare le loro difficoltà e ora mettono a disposizione quello che sanno per aiutare gli altri che sono nella stessa situazione in cui loro erano.

Ne abbiamo visti alcuni anche su questo blog: Temple Grandin, Remrov, Rex Lewis Clack. Chi meglio di loro può spiegare cosa sia l’autismo, perché si comportano in un modo che a noi pare incomprensibile, ma che per loro ha perfettamente senso? Possono, attraverso la loro opera di diffusione della conoscenza, aiutare a superare i muri, la paura della diversità, a comprendere meglio anche noi stessi, come funzioniamo, a trovare i metodi giusti per ragazzi come loro, intervenendo in tempo per far acquisire le capacità di cui avranno bisogno nella vita adulta, con la diagnosi precoce, per permettere loro di prosperare anche nel mondo dominato dai neurotipici.

Caroline Marceau

Anche Caroline Marceau ha avuto una diagnosi di autismo a 23 anni. Ora fa la pianista. È riuscita a incanalare la capacità di concentrarsi su un interesse per imparare a suonare il piano.

Da piccola non le piaceva giocare in gruppo, nonostante i tentativi delle maestre. L’insistenza per spingerla in tal senso ha generato in lei una piccola tendenza oppositiva, all’epoca.

Quello che le insegnanti non sapevano era che le percezioni sensoriali di Caroline erano diverse. L’ipersensibilità a odori, suoni, temperatura, per lei erano fonte di grande disagio e sofferenza. I movimenti e i tessuti erano un’altra fonte di fastidio.

Le urla, le risate, tutto il brusio che una folla genera, per lei erano causa di malessere.  In condizioni di sovraccarico sensoriale si sentiva confusa.

Ora che ha avuto la diagnosi, si sente più tranquilla, perché ha capito il perché di questa sua diversità. Quello che c’è di positivo, nella sua condizione, è che le passioni guidano la sua vita. Riesce a concentrarsi su un interesse alla volta in modo da voler fare solo quello, mentre gli altri si dedicano a tante cose contemporaneamente, non in modo esclusivo, né approfondito.

Questo l’ha portata a diventare pianista.

C’è da sfatare,  inoltre, il fatto che tutti gli autistici siano visti come il protagonista di Rain Man. Solo pochi hanno la sindrome di Savant, mentre poco si parla delle persone autonome e del fatto che ogni persona con autismo è molto diversa dalle altre, così come accade per i neurotipici.

Sindrome di Asperger
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